Rocco Chinnici

Rocco Chinnici (Misilmeri, 1925 – Palermo, 1983), dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza, viene assegnato al Tribunale di Trapani come uditore giudiziario. Nel 1966 è trasferito a Palermo come giudice istruttore. Nel 1975 è magistrato di Corte d’Appello e consigliere istruttore aggiunto al Tribunale di Palermo. Nominato magistrato di Cassazione, nel 1979, dopo l’uccisione del giudice Cesare Terranova, diviene capo dell’Ufficio istruzione. Chinnici intuisce l’importanza della condivisione delle informazioni e del lavoro di squadra: raccoglie intorno a sé un gruppo qualificato di magistrati (Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello) dando vita a quello che successivamente verrà chiamato «pool antimafia». Dopo aver firmato l’arresto del capomafia Michele Greco e aver indagato sugli «intoccabili» esattori Antonino e Ignazio Salvo, muore la mattina del 29 luglio 1983 a causa dell’esplosione di un’auto-bomba. Nell’attentato perdono la vita anche i due agenti della scorta, Mario Trapassi e Salvatore Bartolotta, e il portiere dello stabile in cui viveva, Stefano Li Sacchi. Il giorno dopo i giornali titolano: «Palermo come Beirut».