Viviamo in un tempo in cui le ideologie politiche sono morte. L’unica ideologia per tutti è il consumismo.
Il popolo è stato ridotto a pubblico dello spettacolo o a utente dei servizi. Nel Medioevo atomico le mura sono immateriali e gli accessi dipendono dalle informazioni.
Fuori delle mura ci sono gli altri; una massa di esclusi, di precari, di estranei che cresce e che avanza. Ci sentiamo minacciati.
Noi aumentiamo le distanze ma loro tirano i sassi dal cavalcavia, colpiscono a caso tra la folla inerme, aggrediscono le donne nelle famiglie e gli anziani isolati. Sono individui precari, pericolosi e imprevedibili che sopravvivono di espedienti ai bordi del consumismo, pronti a esplodere, con assoluta casualità e al minimo pretesto, la loro rabbia.
Noi alziamo quotidianamente le nostre difese per avere più sicurezza. Ma sembra inutile. Abbiamo paura. La Società dei consumi continua a togliere la terra sotto i piedi degli estranei e a escluderli, ma loro non arretrano e si accalcano su barconi fatiscenti per raggiungerci via mare o si nascondono nelle periferie, ormai divenute terre di nessuno. Siamo in pericolo.
La globalizzazione, alla fine, ha prodotto l’apartheid.
“Tutti i capitoli del libro di Victor Matteucci contengono le domande necessarie e obbligatorie per risolvere i problemi colossali di coloro che sono esclusi, che vendono la loro forza lavoro per sopravvivere fuggendo da sistemi economici e politici aberranti, che sono fuggiti da guerre, carestie, miseria, ingiustizia che regnano nel mondo sottosviluppato. Dobbiamo smetterla con gli eufemismi: sì, c'è un mondo che è profondamente, in modo atroce, sottosviluppato e assurdamente sostenuto dalle più grandi potenze”.
Rita El Khayat
“Il libro di Victor Matteucci ha il merito di ridestarci dal sonno; di richiamarci a una visione più realistica, di farci guardare intorno e scoprire che sotto le bandiere su cui sono scritte le grandi parole di cui da due secoli ci ubriachiamo, liberté égalité fraternité, sussiste una realtà sociale lacerata e negata, nella quale, di fatto, una consistente percentuale di uomini e donne vive praticamente esclusa, avendo perduto la propria identità, senza diritti garantiti, esposta alla precarietà, all'isolamento, spesso alla persecuzione e alla miseria.
L'andatura veloce e coinvolgente del testo non lascerà il lettore tranquillo…. che non potrà non condividere il giudizio d'assieme e la passione morale dello scrittore, che conosce l'argomento e lo vive con partecipazione. Il libro comunica un pathos che non può lasciare indifferenti e suggerisce non solo un bisogno di conoscenza, ma anche un impegno operativo in tutte le sedi di responsabilità sociale”.
Mauro Laeng
“C’è un afflusso inevitabile dal sud del mondo; come trasformare questi flussi in elementi di sviluppo e di opportunità per tutti? Io credo che qui la sinistra attuale sconti una carenza di analisi in relazione a una visione generale dei problemi. Se siamo contro ogni forma di razzismo, dobbiamo lavorare sul terreno delle integrazioni e ricercare risposte reali e adeguate nella direzione di una multiculturalità che mi sembra un approdo irrinunciabile. Non si può mediare sui valori, sui principi. Una società multiculturale è senza dubbio dal punto di vista della produttività sociale più ricca e avanzata e, dunque, è un patrimonio socio-culturale, un progetto di società che la sinistra non solo deve difendere, ma anzi che deve rivendicare. Questo patrimonio, tuttavia, questa progettualità teorica, oltre che un valore, deve diventare una risorsa reale e la politica deve avere questa funzione di trasportare a terra, nella pratica, i valori e principi in cui si crede e a cui ci si ispira. Solo in questo modo si potrà revocare la tendenza o, quantomeno, limitare il processo di esclusione e di alienazione che riguarda ormai grandi masse di cittadini”.
Alberto Franceschini
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