Il Tarocco è, essenzialmente, un gioco di società. Comparso nell’Italia del XV° secolo, diventa il beniamino di tutta Europa e la sua produzione si concentra in Francia sotto una forma particolare che verrà chiamata “Tarocco di Marsiglia”.
Verso la fine del XVIII° secolo, momento in cui la moda del gioco era in declino, il Tarocco è stato reinventato (o riscoperto) da diversi movimenti occultisti che ne fecero uno strumento di meditazione, persino di divinazione, attribuendogli dei significati più o meno fantasiosi.
A tutt’oggi il mistero permane. Da dove viene il Tarocco? È il portatore di un influsso spirituale decisivo o no? Come è possibile che la lettura delle carte possa orientarci con una tale precisione?
In questa opera Marianne Costa rivisita le basi storiche, culturali e iconografiche del Tarocco di Marsiglia per proporre una struttura di interpretazione, in coerenza profonda con la storia del gioco che considera la totalità delle carte: arcani “minori” e “maggiori”, diversamente chiamati anche carte numeriche, figure e trionfi.
Nella linea de La Via dei Tarocchi (scritto insieme ad Alejandro Jodorowsky nel 2004), sviluppa una visione alla volta umanistica e poetica del Tarocco basata sulle sue allegorie e sulla sua numerologia: un percorso cavalleresco che ci porta dall’amore umano all’amore assoluto. Questo approccio integrale mette in gioco tutti gli aspetti dell’essere umano, pratici, affettivi o spirituali.
Se si parte dal principio che non è questione di predire l’avvenire, e che la lettura di Tarocchi non è neppure un esercizio di psicologia selvaggia, diventa possibile considerarlo come una fonte di ispirazione e come un cammino di riunificazione con la saggezza intrinseca che vive in noi.