“K-12 la memoria del mondo” è un romanzo di fantascienza che ho pensato e scritto con l’intento di portare speranza in un mondo nel quale troppo spesso la tecnologia e l’avanzamento scientifico vengono vissuti con diffidenza e in alcuni casi persino rifiutati ed osteggiati.
Ho scritto questo romanzo con entusiasmo perché credo nel genio umano e vedo in esso la nostra più grande risorsa.
Ogni nostra azione porta dei cambiamenti nel mondo e in questa costruzione fantastica ho voluto mostrare proprio una possibile evoluzione della nostra società, giorno dopo giorno sempre più legata al mondo dell’informatica, delle macchine e delle biotecnologie.
La vita ci presenta ostacoli e difficoltà che sta a noi affrontare al meglio delle nostre possibilità, tra questi indubbiamente le malattie e la morte rappresentano scogli contro cui ogni giorno ci andiamo ad infrangere.
Da biologa ho voluto creare una costruzione verosimile, in cui i lettori potessero immedesimarsi nei protagonisti del romanzo e con loro vivere e sentire tutto il peso delle difficoltà della vita, lo scontrarsi con la malattia e l’affrontare la morte, ma anche suggerire al lettore un finale diverso al nostro inevitabile epilogo, un finale intrecciato alla scienza e al sapere che abbiamo guadagnato.
Ho dedicato questo libro a mio figlio, augurandogli che il mondo dove si troverà a vivere sia un posto migliore di quello in cui viviamo oggi, e perché credo che le generazioni future debbano considerare le nuove tecnologie delle potenti e preziose alleate e non delle nemiche.
Nonostante sia dedicato a mio figlio, ho scritto però questa storia pensando a mio padre, ispirandomi alla sua mente brillante e votata al futuro che da sempre mi ha instradato verso il sapere e le scienze con gioia e fiducia mostrandomi quanto di più bello esse avessero da offrire.
A quasi ottant’anni, mio padre non ha mai avuto paura del cambiamento né si è mai tirato indietro innanzi all’innovazione, anzi, è stato un pioniere, sperimentando ed incuriosendosi, spesso prima di chi era molto più giovane di lui.
Da bambina lo ricordo leggere con trasporto la collana Urania, appassionarsi ai primi computer, studiare il linguaggio macchina, comprare i primi giocattoli elettronici e molto altro... credo sia stato il primo della sua generazione ad avere avuto in mano un telefono cellulare e ad essersi entusiasmato per le infinite possibilità che esso offriva e rappresentava.
Vorrei che molte più persone oggi mostrassero lo stesso entusiasmo che lui ha sempre dimostrato per il sapere e la conoscenza, dando fiducia alla parte più bella dell’essere umano: il suo genio creativo.
“K 12 la memoria del mondo” vuole essere un inno alla speranza e al futuro, un futuro luminoso, pulito, strettamente intrecciato con quelli che io credo fermamente essere i due pilastri della nostra esistenza: la natura e la scienza.