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Lessi Omero da ragazzo. Mi piaceva il suo mondo, raccontato con guerre e rivalità tra Dèi, come tra tifoserie avverse: le troiane e le achee. Amavo Ettore con Priamo e la sua stirpe. Famose le "Porte Scee" dove maturò il duello tra Ettore e Patroclo, e successivamente con Achille. Ulisse era il mio eroe. Mi piaceva l'idea del "Cavallo di Troia" anche se a inganno per tanti dolori; i suoi viaggi per i mari ignoti e il piacere per l'avventura che lo rese conoscitore dell'inconoscibile... Sagace e capace di soluzioni rivelatesi, all'occorrenza, efficaci. Chiamarsi "Nessuno" fu difesa da Polifemo e soci, e spettacolare ai miei occhi la lotta col brutale Ciclope... E le vicende con Eolo e i Venti, le Sirene, Scilla e Cariddi, la terra dei Lotofagi, e il sacrilegio dei buoi sacri al Sole.. sono tipologie anticipatrici del tempo a venire per il pellegrino instancabile dell'assoluto. Ulisse, nella sua Itaca, impegnerà a fedeltà la sua Penelope, dopo venti anni, costretta alla prova senz'alibi. Telemaco fu figura funzionale, come Eumeo, Euriclea, l'aedo Femio, Medone e lo stesso Argo, il cane della fedeltà. Gigante è solo l'eroe, mai stanco di viaggiare perchè mai stanco di conoscere. Senza fine. Illustrazioni di Isabella Ceravolo
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