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Il romanzo de "La principessa ladra" si svolge a Palermo alle soglie del 1800, nel pieno della dominazione borbonica. La duchessa di Canavilla, seduce o illude con la sua bellezza sensuale l’alta aristocrazia di Sicilia, ed è sovrana di un effimero regno nobiliare dedito a feste e divertimenti, che usa a piacimento per raggiungere i suoi obiettivi. Tutto scorre secondo i piani e i desideri della duchessa, finché irrompe nella sua vita un uomo misterioso e audace che le sconvolge la quotidianità, catapultandola in un vortice di sensazioni e avvenimenti del tutto nuovi e inaspettati. La narrazione, costellata da fatti storici poco noti e da una moltitudine di personaggi indimenticabili, è basata sullo stridore degli opposti. Il bello e il brutto, il buono e il cattivo, l’odio e l’amore si rincorrono in ogni pagina, fondendosi in storie avvincenti e dal respiro universale. Tutto scorre fluido e costante verso l’inaspettato finale, degno di uno dei più grandi scrittori della letteratura italiana.
Luigi Natoli è stato uno scrittore e storiografo italiano. Con lo pseudonimo di William Galt è stato autore di romanzi d'appendice. La sua era una famiglia dagli ardenti ideali risorgimentali: nel 1860, alla notizia dell'imminente arrivo dei Mille guidati da Garibaldi, la madre fece indossare a tutti la camicia rossa: l'intera famiglia venne arrestata dalle guardie borboniche. A causa delle sue umili origini, Natoli non può continuare gli studi, ma prosegue da autodidatta leggendo molto e frequentando le biblioteche. Riesce a ottenere la licenza per l’insegnamento elementare. A 17 anni inizia a scrivere per i giornali, quindi lavora come professore di storia in vari licei italiani e pubblica anche una Storia di Sicilia. È soprattutto noto come autore di romanzi d'appendice ambientati in Sicilia e apparsi a puntate su giornali e riviste come «Il Giornale di Sicilia», «Il giornalino della Domenica» e «Primavera», che gli fecero guadagnare una grande popolarità.
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