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"Vorago et vertigo" è un racconto metaforico sulla deflagrazione che ha segnato la storia d'Italia. Il 23 maggio del 1992 rappresenta l'anno zero per un intero popolo, quello siciliano, e per la nazione tutta. Marcello Benfante attraverso la letteratura esorcizza una memoria dolorosa, proiettando in una dimensione narrativa onirica il sentimento di smarrimento e di claustrofobia di quei giorni. Un incubo da cui non si riesce a uscire seguendo i principi razionali che guidano le scelte degli individui; una voragine di paura troppo profonda in cui è precipitato l'inconscio collettivo, disintegrato insieme a quel boato immondo.
Narratore e saggista, è nato a Palermo nel 1955. Tra i suoi ultimi libri, Cassata a orologeria (Gaffi, 2008), L’uomo che guardava le donne (Avagliano, 2009), Leonardo Sciascia. Appunti su uno scrittore eretico (Gaffi, 2009), Il sentimento del male (Gaffi, 2014), Autobibliografia del lettore da giovane (Plumelia, 2015). Con il Palindromo ha pubblicato Vorago et vertigo nella collana di letteratura militante “E la mafia sai fa male“. Attualmente scrive sulle pagine palermitane del quotidiano “La Repubblica” e collabora alle riviste “Gli Asini”, “Segno” e alla testata online “PalermoGrad”.
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