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"Il capo popolo" ripercorre il tumulto di Palermo del 1647 raccontando l'ascesa e la caduta di Giuseppe D'Alesi, giovane carismatico battiloro e guida dei rivoltosi. Il sogno di un governo più "democratico" sfuma però presto e la vicenda del capo popolo siciliano finisce con l'allinearsi perfettamente a quella napoletana del più celebre Masaniello, ispiratore dello stesso D'Alesi. Nel romanzo, che chiude la trilogia iniziata con "Rossomanno" e proseguita con "I fatti di Petra", Savarese indaga le cause economiche e i contrasti sociali che diedero origine alla rivolta: la grande storia è filtrata ancora una volta attraverso la vicenda dei singoli uomini e sublimata in pagine di grande letteratura. Apre il libro l'introduzione di Goffredo Fofi.
(Enna 1882-Roma 1945), è stato uno dei principali scrittori del ventennio fascista ed esponente di spicco del “rondismo”. Oltre a Rossomanno (1935), I fatti di Petra (1937) e Il capo popolo (1940) ripubblicati da il Palindromo in una nuova edizione con le introduzioni, rispettivamente, di Marcello Benfante, Salvatore Ferlita e Goffredo Fofi, tra le sue opere principali si ricordano: L’altipiano (1915), Malagigi (1929), Gatterìa (1925), Storia di un brigante (1931). Nel 1945 lasciò, con Cronachetta siciliana dell’estate 1943, un interessante diario sullo sbarco in Sicilia delle truppe americane e sui bombardamenti che ne seguirono.
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