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In una Palermo fantapolitica in parte abbandonata, in parte sventrata dalle ruspe del Grande Cantiere che inneggiano alla Città Nuova, non piove e vige da vent'anni una sola stagione, compatta e inalterabile. Nello squallore sinistro della Galleria delle Vittorie sopravvivono gli esercizi commerciali di Hagar, il protagonista, un ex fotografo disilluso, e di Hyppolite, un fioraio francese che ha scelto di vivere e lavorare "in questo futuro deserto". Un misterioso cliente, Aureliano, chiede ad Hagar di sviluppare delle foto che ritraggono una donna morta. Da quel momento, gli sottoporrà settimanalmente altre pellicole nelle quali la donna appare viva e posa per lui. Hagar si lascia sedurre da quel mistero, fino a quando non incontra in carne e ossa la modella di Aureliano: Dana, una giovane immigrata dell'est. In un'atmosfera di crescente minaccia, la vicenda precipita verso un finale in cui, in un caleidoscopico gioco di riflessi qual è quello tra l'arte e il suo oggetto, l'identità di tutti si sdoppia e si contraddice proprio quando ciascuno, lettore incluso, crede di avere afferrato la verità.
Scrittrice e insegnante. Ha pubblicato Cico c’è (Einaudi 2004), il racconto Lunga sulla schiena nel volume fotografico Viaggio d’acqua (Edizioni di passaggio 2008) e racconti in varie antologie tra cui Ragazze che dovresti conoscere (Einaudi 2004), Best off (Minimum fax 2005), Resistenza60 (Fernandel 2005); A occhi aperti (Mondadori 2008). Da allora, “nulla dies sine linea”. Si diverte insegnando nella scuola secondaria di primo grado. Con il Palindromo ha pubblicato due racconti all’interno delle raccolte Notturni palermitani e Riflessi a Palermo e il romanzo Cosa vedi.
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