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Il secolo breve. Un’epoca difficile e tormentata. Un passato recente, presente e lontano raccontato ad una ragazza graziosa e curiosa da un uomo che allegramente ha superato la mezza età. Un filo conduttore che lega due generazioni. Un gradevole dialogo attraverso il quale si snoda tutto il percorso narrativo di questa storia. Frammenti di vita appassionatamente rievocati con un ritmo aperto e serrato, senza ordine cronologico. Avvenimenti, spunti sul secondo conflitto mondiale, luoghi, figure e personaggi senza tempo, così come affiorano dai meandri della memoria. Un intersecarsi di storie, di eventi e di emozioni. Realtà e fantasia. Venerino. Nato di venerdì, dotato di magiche proprietà e affidato al patrocinio di due divinità femminili. Una Venere della mitologia classica e una Venera della martirologia cristiana. Sulle incerte proprietà magiche di Venerino si impernia il fulcro centrale di questa storia. Fantasia e realtà. La protezione di Venere non basta a sottrarlo dalle grinfie del capitano Lemmo e a scansarlo dall’esperienza bellica di sessantacinque giorni a Forte Trerrè. E meno che mai a fargli vivere felicemente i suoi amori. Raccontare e raccontarsi! La ragazza tutt’acqua e sapone, una ninfa o una proiezione celeste, interroga, vuole conoscere momenti particolari della sua infanzia. Vuole capire se a caricarla a cavalluccio sulle spalle era un uomo o un angelo. Cerca quell’angelo. Domande e risposte. Un gioco delle parti. Un susseguirsi a tutto campo di eventi vicini e lontani nel tempo. Storie di amori proibiti e clandestini. Storie tristi e allegre. Attorno a questi due dialoganti, dal truffaldino aggrovigliarsi delle parti nasce una miriade di fatti ameni e personaggi stravaganti che evidenziano costumi, abitudini e concezioni morali di un’epoca che si attualizza nel nostro tempo. Monsignor Palillo, professore di filosofia morale e probabile concubino. Malagigi. La Minorenne. Sara Nucci. Loreto strizzacervelli. Fulci, antifascista professore di francese. Il sergente Sanglimbene. Il comandante Varagnolo. Il prete Matia Salicic. Gea, amore tormentato e adulterino. Ed infine Stella, amore, passione e poesia. E Artemide, nome di copertura, ninfa, proiezione di un angelo e sorpresa finale, Lucilla. Una favola!
Pippo Bonanno è nato a Palermo nel 1923 ed è morto a Palermo nel maggio 2017. Nella sua attività di pittore ha esposto in prestigiose gallerie d’arte d’Italia e all’estero. Ha pubblicato: La bicicletta a sei ruote (Studio Editoriale editore, Palermo 1994); L’infanta di Ballarò (Serradifalco editore, Palermo 2002); La ballata dei quattro venti (Serradifalco editore, Palermo 2004); L’eredità di vicolo Rosa Bianca, (Serradifalco editore, Palermo 2007); L’ospite penitente, (Marcello Clausi editore, Palermo 2010); Bambole di zucchero (Danaus editore, Palermo 2011); Anonimo dello Spasimo (Torri del Vento edizioni, Palermo 2013), Gli Stivali di Varagnolo (Mohicani Edizioni, Palermo 2014), Simmetrie e parallele (Mohicani Edizioni, Palermo 2016), Cinque lire (Eretica, Roma 2016). Nel 2006 la giuria dell’Ottagono letterario, per L’infanta di Ballarò, gli ha attribuito la targa d’argento per la narrativa
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