Il volume con cui iniziano le Cronache di New Digital Frontiers – L'Identità di Clio fa questo: osserva, registra, racconta e non fa mai mistero di esser espressione di un punto di vista. Privilegiato, interessato, ostinato, ma proprio per questo prezioso come insieme di testimonianze sempre confrontabili con altri punti di vista, leggende più o meno metropolitane o ricostruzioni con pretese di validità storica.
È un libro fatto di tempo, in certo modo paradossale perché scritto a conclusione di un’esperienza (i primi mandati di Orlando a Sindaco di Palermo) che non aveva certezza di rinnovarsi ma che pure era nata guardando oltre se stessa, al futuro di quella terra sempre tutta da inventare che è la Sicilia. Il tempo dell’elefante, il titolo di questa raccolta di racconti (la prima in Italiano) di Leoluca Orlando, allude a molte cose. Dalla passione per la terra in cui ci si radica, al gusto di percorrere strade lontane e inconsuete. Dall’ostinazione con cui ci si schiera convinti delle proprie ragioni, alla pazienza come ingrediente indispensabile per condividere ruoli e contesti sociali. In equilibrio tra forza e delicatezza, ardimento e timore, l’elefante (bianco, nero, grigio) è immagine della memoria, degli istanti che passano aspettando di essere raccontati. E forse per questo ci appare, tra gli animali, il più vicino al senso del tempo. Tanto da diventare, nei racconti di Orlando (da anni destinatario del dono e collezionista di elefanti), il simbolo di tutte le storie grandi e piccole, affascinanti e misteriose, che si annunciano in ogni vita umana.