«Mi chiamo Catherine Hervais, sono una psicoterapeuta e la bulimia la conosco fin troppo bene. Ne ho sofferto per quindici anni, l’ho vissuta fino alla nausea, e non solo in senso figurato. Ho visto una marea di medici, nutrizionisti, psichiatri, senza mai osare rivelare che vivevo per mangiare, mangiavo per vomitare, e vomitavo per tornare a mangiare. All’epoca identificavo la bulimia come il problema principale, mentre dalla più tenera età avevo guardato il mondo con occhi spaventati, sentendomi una marziana».
Oggi la Hervais ci spiega che il problema risale alla primissima infanzia, quando si dovrebbe esplorare la relazione con l’altro e per qualche ragione qualcuno non ci riesce, avendone avuto, invece, paura. La bulimia-anoressia è vista qui non come un disturbo del comportamento alimentare, bensì come il sintomo di coloro che non sono in contatto con le loro radici; come la tossicomania, l’alcolismo e tutte le patologie legate all’azione, è un tentativo di gestire le proprie paure: ha un potere tranquillizzante... ed è utile per bloccare l’accesso alle proprie emozioni fintanto che l’espressione emotiva resta ingestibile.
«Ma l’inconscio è atemporale, ed è pieno di risorse: in un contesto nuovo, con nuove situazioni, a qualunque età una persona può intraprendere il percorso di maturazione psichica che non è potuto avvenire all’inizio della vita», e la Hervais conduce i cibodipendenti a sperimentare un contatto completo, senza bisogno di materializzarlo attraverso il tatto, passando dalla comunicazione verbale e non.
«Perché sono stata una “tossica” del cibo, una cibodipendente, ho voluto capire. E alla fine ho capito. Meglio, ne sono uscita».
INDICE
Introduzione
Parte I Le testimonianze mie e altrui, e perché ho deciso di scrivere questo libro
Cap. 1 Perché se ne deve parlare
Cap. 2 Cosa si nasconde dietro a un sintomo
Cap. 3 Le prime testimonianze
C’era chi mi telefonava
C’era chi mi scriveva
Cap. 4 I primi incontri
La paura di Marielle
Stéphanie: «il mio peso m’impedisce di vivere»
Colette, cinquant’anni, preoccupata per la sua salute
Nathalie, a cui la vita apparentemente sorrideva
Marianne, + 30 kg in un mese
Cap. 5 Fama e bulimia
Marilyn
Liz
Jane... l’accanimento
Cap. 6 Il mio percorso
Gli studi universitari
Eureka!
Fritz Perls: uno shock
Parte II Le terapie proposte solitamente alle persone bulimiche
Cap. 7 La terapia cognitivo-comportamentale
Limiti della terapia cognitivo-comportamentale se incentrata sui sintomi alimentari
Cliniche specializzate nei disturbi alimentari
Letteratura sulla bulimia
I bulimici anonimi
Cap. 8 Freud: la suggestione e l’ipnosi
Cap. 9 Nuova luce sul complesso di Edipo e la psicoanalisi
Bulimia e sessualità
Cos’è il complesso di Edipo?
Dalla paura al complesso di Edipo
I bulimici e il complesso di Edipo
Istituzioni e bulimia
Il transfert
... E il contro-transfert
Cap. 10 Le nuove terapie
Bulimia e grido primario
Le due personalità bulimiche
Terapia familiare e bulimia
La prevenzione
Parte III La mia terapia
Cap. 11 Uscirne è possibile! La tecnica intensiva e alcune testimonianze
I gruppi serali
Il mio primo weekend di terapia
Come funziona il gruppo?
L’emozione è una guida
La tecnica del “giro”
Cap. 12 Anne e la violenza
I giochi di ruolo
Ciò che crediamo non sempre corrisponde alla realtà
Anne: cos’è accaduto dopo...
Cap. 13 L’ipnosi ericksoniana, una tecnica che precorre l’uso terapeutico della meditazione
L’incontro con Roberto Fontaine e la scoperta del senso dell’insensato
Per una volta il bersaglio ero io
L’ipnosi
L’ipnosi ericksoniana e gli incubi di Marie-Françoise
Cap. 14 Se ne viene fuori!
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