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In Sicilia la storia del collezionismo privato e la conseguente nascita delle raccolte pubbliche è fatta di piccoli episodi, ora di media, talora di eccezionale portata, ma tutti utili e indispensabili a delineare quel quadro generale di estrema vivacità che gli studi recenti e gli apporti documentari vanno sempre più configurando con nitidezza. Al contrario di quanto si possa immaginare, configurando mentalmente lo spazio chiuso di una stanza o più stanze ricche di fascino, sintesi grandiosa di artescienza- natura – il collezionista erudito non è mai solo. Apre al mondo e all’Europa attraverso la fitta rete di contatti epistolari e di scambi, che arricchiranno sì e renderanno ancor più varie le sue raccolte, ma non sempre avranno modo di fornirgli validi strumenti di conoscenza a livello scientifico. Fatti e protagonisti del collezionismo fra Cinque e Seicento sono ripresi da Vincenzo Abbate in un compendio che tenta per la prima volta un bilancio unitario di una straordinaria stagione della storia dell’arte in Sicilia, disegnando anche un’imprevista geografia internazionale di relazioni intellettuali. Palermo,Napoli, Roma,Genova,Madrid, Parigi, Amsterdam diventano così luoghi privilegiati di quel dialogo fra artisti e committenti, nei cui studioli, accademie e gallerie private prendevano forma i più importanti nuclei collezionistici dei nostri musei moderni. Nota sull’autore. Vincenzo Abbate (Polizzi Generosa, 1949)
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