Rassegna stampa

Una raccolta dei migliori articoli di giornale sulle pubblicazioni della Nuova Ipsa editore di Palermo

In questa pagina del sito della nostra casa editrice puoi trovare la lista completa di tutti gli articoli dei principali giornali e testate giornalistiche che hanno effettuato le recensioni dei nostri libri.

La Repubblica - Palermo del 05 luglio 2006
Federico un eroe irrequieto
 
 
Scrivere la biografia di Federico II, imperatore e re di Sicilia, è impresa ardua trattandosi di personaggio controverso che da secoli attira le attenzioni degli storici. Ma un libro divulgativo come questo "Federico II di Svevia" scritto da Claudio Alessandri (Nuova Ipsa Editore) non era ancora stato tentato, anche se il tema è fra i più romanzeschi e si piazza benissimo in una lista di potenziali best seller. Federico è personaggio affascinante, è come un nodo in cui il suo tempo converge e poi si riapre. Contraddittorio per molti versi, ha lasciato ai posteri materiale tanto vario da autorizzare giudizi radicalmente differenti: ad esempio, è lo stesso re che sente il fascino della civiltà araba e intrattiene filosofiche corrispondeze coi saggi orientali, ma che in Sicilia combatte i musulmani e ne deporta i sopravvissuti a Lucera.
Il mito di Federico origina ancor prima della sua nascita, i simboli si accumulano sul suo destino. Discende dai normanni e dalla stirpe dell’imperatore Barbarossa, figlio di quella Costanza cantata da Dante nella "Divina Commedia" che per il suo matrimonio da celebrare a Milano il 27 gennaio 1186 partì da Palermo con un seguito di 150 tra asini e muli carichi di gioielli, sete, pellicce. Si decideva l’assetto di parte dell’Europa, e di mezzo c’era il papa che sentiva i suoi domini chiusi in una morsa. Le lotte furono continue.
Federico nasce dopo nove anni di matrimonio infecondo, sua madre ha 40 anni e per i canoni dell’epoca è una donna anziana. L’estenuante attesa della sua nascita era stata affollata da maghi e indovini, colmata da profezie che terrorizzavano il popolo. Il più famoso tra i vaticini era stato pronunciato da Gioacchino da Fiore, su Costanza fecondata a sua insaputa dal demonio e destinata a diventare madre del futuro dominatore del mondo che però era anche l’Anticristo, assieme fiaccola e fuoco incendiario. Fra l’altro, una leggenda sosteneva che l’Anticristo sarebbe nato da una vecchia monaca e Costanza aveva trascorso parte della giovinezza in convento; ormai era così avanti negli anni che molti non credevano alla gravidanza. Nella sua "Cronica" il Villani racconta come in Sicilia e per tutto il reame di Puglia si sospettava che fosse grossa solo perché vecchia e lei, sorpresa dalle doglie mentre tornava dalla Germania a Palermo dove il marito era stato appena incoronato nella Cattedrale, fece allestire un padiglione nella piazza di Iesi e attraverso un bando comunicò che il suo parto sarebbe stato pubblico. Così molte donne andarono, per controllare coi loro occhi: e "cessò il sospetto". Solo pochi anni, e Federico resta orfano di entrambi i genitori. Con una decisione molto accorta sua madre lo ha affidato alla tutela di papa Innocenzo III, ma è un bimbo e sembra un ostaggio. Resta in vita perché è prezioso nell’equilibrio delle lotte, impara subito a badare a se stesso. Il papa osserva che, dovendo esporre le sue frequenti lamentele, era diventato eloquente ad un’età in cui gli altri bambini ancora balbettano. La vita di Federico non poteva che essere un continuo combattimento, contro nemici di ogni sorta. Ma lui è anche un intellettuale guidato da grande curiosità, alla sua corte vengono tradotte le opere di Aristotele e diffusi i più importanti trattati scientifici del mondo antico e di quello musulmano, intorno al trono si raccoglie una famosa scuola poetica e a questo punto è lo sfondo che prevale sui personaggi ed è la Sicilia, che allora stava vivendo il suo momento magico per sempre rimpianto, ad imporsi.
Federico era cresciuto a Palermo, nella vastità di un Palazzo reale che era anche officina per la creazione di uno splendido artigianato artistico. Quella dì Federico è una Sicilia che poteva prendere diverse direzioni, niente lasciava presagire il lunghissimo declino che poi sarebbe seguito. Allora era una terra in anticipo sui tempi, dove le donne erano tutelate al punto che uno stupratore era passibile di pena di morte e il matrimonio riparatore, catalogato come "antiqua consuetudine" era vietato. Quanto alla sanità, nella sua Ordinanza medicinale del 1240 il saggio imperatore predisponeva una sorta di pubblico tariffario per evitare le speculazioni derivanti da possibili monopoli, e a costare di più erano i medicinali che più a lungo restavano attivi. La professione di medico e quella di farmacista erano separate per evitare conflitti di interesse, all’articolo 46 si può leggere "il medico non si assocerà con farmacisti, né avrà eglì stesso una sua bottega". Precetti molto più deontologici di quelli recentemente applicati in Sicilia.
Amelia Crisantino