Friuli news del 08 maggio 2012
Quattro omicidi risolti in una notte di umanità
Uno scrittore anonimo con lo pseudonimo di Castoriadis, scrive ispirato dalla consorte così facendo dà vita a un eroe che sembra un giovane Maigret che indaga nei pressi di Asiago
Un omicidio, che poi diventano quattro più uno tentato, risolti in 24 ore. Indagini che si concentrano in una notte densa di eventi, che sembra non avere mai fine e dove si mettono a nudo, a volte letteralmente, uomini e donne. Le vite e gli amori “irregolari” di una ventina di persone s’incontrano e si scontrano sotto gli occhi basiti di un commissario dai sani principi, forse un po’ bacchettone, ma commiserevole. È questo il contenuto del giallo Lucin, la prima indagine di P.G. Castoriadis, Nuova Ipsa Editore. Il romanzo è l’inizio, si spera, di una lunga epopea editoriale ambientata a Nord Est e che vede quale protagonista un commissario al quale affezionarsi è inevitabile. Sì perché Lucin è un brav’uomo, rassicurante sul lavoro e in famiglia, esempio di virtù e buon senso. Insomma il classico giustiziere del quale tutti sentiamo il bisogno. Di fronte a una carrellata di umanità scivolata nel fondo dell’anima, là dove fa più freddo e più buio e dove soltanto la morte, redenzione forzata, è di sollievo, Lucin interviene con il suo incessante colloquio con la coscienza, le sue riflessioni urgenti, il suo dialogo fitto fitto con il cuore, trasformando le circostanze aberranti della vita e di un’indagine in un viaggio salvifico nella nostra umanità. Il protagonista di Castoriadis, volente o nolente ci prende per mano e la paura passa. E infatti la trama del giallo diviene leggibile per chiunque, senza forzature d’effetto, senza violenza gratuita; insomma, senza gli artifici furbi di coloro che compensano la mancanza di stile con gli “stupefacenti”. Quello dello scrittore veneto, dunque, è un romanzo scritto come si deve, sobrio, equilibrato, senza inutili svolazzi letterari, senza inutili metafore, senza uso smodato e stucchevole di aggettivi, ma realistico. Di buona letteratura. Insomma, un romanzo di vecchia scuola, e beata l’ora. Nella storia nulla è lasciato al caso, tutto si chiarisce e si svela mano a mano, nessun dubbio resta e le risposte arrivano attraverso descrizioni interiori ed esteriori che scorrono come le scene di un film. E della storia? Che dire? Poco, naturlamente, per non svelare il mistero e il piacere della lettura, ma una cosa si può scrivere: è originale, di “articolata semplicità”. Un intrigo sul quale sembra impossibile fare chiarezza, ma che proprio la sostanza dell’uomo e la vita stessa, mette in luce in modo così chiaro e ordinato da far sembrare estremamente logici persino quattro omicidi.
Lucia Burello