Saverio Lodato

Saverio Lodato è nato a Reggio Emilia da madre milanese e padre di Canicattì. I suoi genitori, che lavoravano nell’amministrazione dello Stato, subirono numerosi trasferimenti a causa della loro vicinanza politica al Pci. Saverio, dopo Reggio Emilia, Modena, Pisa e Livorno, arriva a Palermo a otto anni.La sua attività giornalistica inizia nel 1979 a «L’Ora». Nel 1980 passa a «l’Unità», quotidiano per il quale scrive ancora oggi. Nel 1988, per avere pubblicato i diari dell’ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco e le confessioni del pentito Antonino Calderone, fu arrestato insieme ad Attilio Bolzoni. Ha scritto numerosi libri. Per Rizzoli: La linea della palma, in cui Andrea Camilleri racconta la sua vita (2002); Intoccabili, con Marco Travaglio (2005); Trent’anni di mafia (2008), ininterrottamente aggiornato dal 1990. Per Garzanti: Potenti. Sicilia anni novanta (1992); Vademecum per l’aspirante detenuto (1993); C’era una volta la lotta alla mafia, con Attilio Bolzoni (1998). Per Mondadori: Ho ucciso Giovanni Falcone, in cui Giovanni Brusca racconta la sua vita (1999); La mafia ha vinto, il libro testamento di Tommaso Buscetta (1999). Il suo hobby è la fotografia. Da anni arricchisce il suo archivio con le foto dei suoi viaggi in giro per il mondo coltivando l’idea di farne un libro (magari con pochissime parole).

Tutti assolti «per non aver commesso il fatto». Dopo la sentenza di Cassazione, il magistrato Nino Di Matteo, protagonista del processo sulla trattativa Stato-Mafia, prende la parola per ripercorrere e commentare – in questo libro-intervista con Saverio Lodato – uno dei più grandi argomenti tabù della storia italiana recente. «Rivendico, adesso che la vicenda processuale si è conclusa, il mio diritto a parlare. Le sentenze si devono rispettare, ma si possono criticare.» Un verdetto, quello della Suprema Corte, per troppi versi lacunoso, secondo Di Matteo, che butta al vento l’impianto probatorio emerso in due gradi di giudizio, consacrato in circa diecimila pagine di motivazioni delle sentenze e in questo libro ampiamente ricordato. Un autentico vademecum sull’intera vicenda. «Poche pagine pretendono di smontare la valenza probatoria di dati processuali emersi in anni e anni di lavoro – dice Di Matteo –, con valorosi ed esperti giudici di merito che avevano accertato fatti molto gravi.» Alla fine, sembra verificarsi ciò che diceva Leonardo Sciascia: se lo Stato italiano volesse davvero sconfiggere la Mafia, dovrebbe suicidarsi.

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