Psicoterapia

disturbi psicotici rappresentano tutt’oggi una delle sfide più impegnative della psichiatria e della psicologia clinica a motivo della loro varietà di manifestazioni psicopatologiche, del grado di disabilità che possono comportare, del rilevante carico familiare e degli elevati costi che impongono alla società.
Crescenti evidenze scientifiche supportano l’idea che i sintomi psicotici siano significativamente diffusi nella popolazione, in uno spettro psicopatologico che si estende dalle esperienze psicotiche sub-cliniche alle forme più strutturate di disturbi psicotici schizofrenici e affettivi (Van Os et al., 2009). Per tale ragione, negli ultimi anni, si è registrata una maggiore attenzione scientifica e clinica al riconoscimento e alla presa in carico di forme prodromiche o attenuate (secondo la recente proposta diagnostica del DSM-5) dei disturbi psicotici, nonché a tutti quei fattori relazionali, biologici e sociali che possono precipitare l’insorgenza di tali disturbi negli individui predisposti, inclusi gli eventi di vita stressanti e, in particolar modo, le esperienze traumatiche interpersonali, i disturbi della comunicazione familiare, la migrazione e l’isolamento sociale, il consumo di sostanze di abuso come cannabis e stimolanti (Howes et al., 2012).
Da un punto di vista clinico, va inoltre considerato il progressivo impegno dedicato allo sviluppo di metodologie e protocolli rivolti a tutti quei pazienti etichettati come psicotici e tradizionalmente considerati non idonei al trattamento psicoterapico; tutto ciò, naturalmente, ha arricchito sempre di più l’esperienza dei clinici per la particolarità dei contenuti offerti da questi pazienti e per la risonanza che essi producono tanto sul versante relazionale, quanto su quello emotivo di chi si confronta con loro. Non a caso, precorrendo in maniera assolutamente originale le più recenti teorie neurobiologiche (Kapur et al., 2005), Jung si era reso conto di come i disturbi psicotici si caratterizzino per una notevole polarizzazione sui più profondi temi antropologici ed esistenziali, la cui aumentata salienza sembra corrispondere ad un’iperattività delle regioni sottocorticali (Silverstein, 2014).

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€ 20,00

 Più sottile della tela di ragno si stende per l’Universo la rete di Indra. In ognuno dei suoi nodi brilla una perla e in ogni perla si riflettono le infinite altre perle.


Ai margini della scienza e ai limiti della conoscenza s’estende un regno incerto di esperienze indiscutibili, ma inspiegabili: coincidenze involontarie e sorprendentemente puntuali, incontri occasionali e oculatamente propizi, combinazioni casuali e tristemente infauste. Fantasie vaghe anticipano fatti precisi, soluzioni fortuite si rivelano più felici di quelle a lungo cercate, sogni assurdi precorrono eventi impensati, impressioni immotivate trovano la loro giustificazione in fatti sconosciuti.
Sincronicità è termine che compendia esperienze di questo tipo, prive di cause note o immaginabili, che presuppongono conoscenze necessarie ma impossibili, che richiedono condizioni precise ma inverosimili, che sfuggono alla spiegazione della ragione e alla comprensione della mente.
Da tempi immemori, per questi fenomeni il pensiero magico escogita spiegazioni che il pensiero scientifico non sa trovare, la parapsicologia immagina processi che la psicologia non sa sondare. Da tempi più recenti la fisica dei quanti e la psicologia del profondo affermano che si tratta di fenomeni inspiegabili, ma non per questo inconoscibili. Senza pretesa di fornire spiegazioni, avanzano descrizioni nuove, che infrangono griglie descrittive insufficienti e consentono di contemplare anche ciò che non è dimostrato, di comprendere ciò che non viene spiegato, di cogliere il senso in ciò che è privo di causa.
Sincronicità non è solo una parola nuova per indicare fenomeni antichi; è anche una teoria per pensare l’inconcepibile e per addentrarsi nell’inconoscibile.

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€ 19,00 20,00
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"L'uomo è simile ad una carrozza trainata da cavalli. Alcuni uomini nascono col dono dell'arte, ma spendono l'intera vita senza avere il pieno controllo del loro potere, senza un obiettivo né una meta. Per questo motivo sono in pochi coloro che riescono a creare dei veri capolavori. Il sapere è potere, ma non è garanzia di riuscita. Saper mettere in atto il potere è fondamentale. Solo con la pratica e la conoscenza, si riesce ad armonizzare il dono segreto degli artisti, l'ottavo chakra liberando la propria idea creativa. Se la carrozza è trainata da cavalli forti, se il guidatore riesce a cogliere i segnali del maestro, quindi della coscienza, allora sarà possibile raggiungere facilmente obiettivi grandi, sperimentando bellezze indescrivibili. L'ego cerca risposte con e attraverso il filtro del dubbio, delle domande, del piacere corporeo, del desiderio, della soddisfazione, del successo, delle credenze e così via. Ma con l'ego nessuno è capace di provare entusiasmo, gioia, estasi, amore. Con l'ego non puoi costruire l'amore, né sperimentare l'onnipotente. Per quanto l'uomo attraverso l'ego sia in grado di costruire capolavori, andare nello spazio e creare bombe atomiche, non sarà mai capace di amare, sperimentando Dio." (Gabriela Balaj)

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€ 12,35 13,00
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Lo stress è sempre esistito, si potrebbe quasi sostenere che nasca con l’uomo e che l’uomo nasca con esso.
Il volume presenta il metodo di base del Training autogeno, come primo passo per affrontare un percorso psicologico e psicoterapeutico. L’Autore sottolinea la capacità generativa della risposta di rilassamento che si realizza attraverso una regolare e continua pratica, pone l’accento sui processi omeostatici e di autoregolazione che scaturiscono dall’esperienza. Il testo vuole essere sia uno strumento di conoscenza didattica sia un testo chiaro e completo sulle possibili evoluzioni del Training Autogeno.

Josè Luis Gonzales De Rivera Y Revuelta è medico, psicoterapeuta, psicanalista e docente universitario. Specializzatosi a Montreal, ha lavorato con Wolfgang Luthe, allievo diretto di I.H. Schultz, diventando il suo collaboratore principale. Attualmente presiede il “Multilogue Working Group”, è membro numerario del Royal College of Psysician del Canada, dell’American Academy of Psychoanalysis, dirige “Psiche”- periodico di Psichiatria, Psicologia e Psicosomatica- è Presidente della Società spagnola di Psicoterapia e di quella di Medicina Psicosomatica, infine è direttore dell’Istituto di Psicoterapia di Madrid. ...
€ 14,25 15,00
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Ritiratevi in voi, ma prima preparatevi a ricevervi.
Sarebbe una pazzia affidarvi a voi stessi,
se non vi sapete governare.
C’è un modo di fallire nella solitudine
come nella compagnia.
M.E. de Montaigne


L’atteggiamento nei confronti della solitudine, oggi, è piuttosto contraddittorio. La si cerca, ma allo stesso tempo la si teme. Si sogna il ritiro in luoghi di meditazione nella speranza di ritrovare se stessi, ma una volta immersi nel silenzio ci si sente afferrati da un inquietante smarrimento, per cui si ritorna in tutta fretta alle detestate relazioni di sempre.
Mentre ci si preoccupa di favorire ed eventualmente curare le relazioni interpersonali ai fini di un maggiore benessere, non si registra uguale attenzione all’importanza del raggiungimento della capacità di stare soli con se stessi.
In realtà, soltanto chi è in grado di sperimentare la solitudine senza angoscia non corre il rischio di annullarsi nell’altro o di rivolgersi all’altro in modo fagocitante, strumentalizzante, ricattatorio o vittimistico. Il riconoscimento e l’accettazione di sé, che una positiva esperienza di solitudine comporta, sta alla base della disponibilità a riconoscere e accettare gli altri. Il successo di una buona relazione con gli altri poggia dunque sulla capacità di essere soli.
La presente lettura ci aiuta a scoprire l’importanza della solitudine senza perdere di vista il valore della relazione con gli altri. ...
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La dimensione dell’ascolto è una condizione essenziale per lo sviluppo di una buona relazionalità. Purtroppo gli attuali ritmi di vita stanno rendendo aleatori sia l’ascoltare se stessi che l’ascoltare l’altro e l’essere dall’altro ascoltati. Eppure, ognuno di noi porta dentro di sé lo struggente bisogno di vivere tutte e tre queste esperienze. Se viene meno anche solo una di esse, corriamo il rischio di diventare stranieri a noi stessi e all’altro.
Naturalmente l’ascolto, perché sia fonte di benessere, deve essere un buon ascolto. Solo così sono possibili l’incontro, il dialogo e la comprensione interpersonale e sociale.
L’ascoltare è un’arte difficile. È certamente più difficile del parlare. E lo è soprattutto oggi. La nostra infatti è una società in cui tutti parlano ma pochi ascoltano. E quei pochi che sono disposti a farlo sembrano privilegiare l’ascolto virtuale, nuovo muretto e nuova piazza in cui trovano spazio i vari social network.
Il buon ascolto è per sua natura circolare, per cui chi ascolta è anche ascoltato e chi è ascoltato, ascolta. Ciò favorisce la capacità di ascoltare se stessi senza cadere nel narcisismo e di ascoltare l’altro senza cadere nel conformismo. Evolutivamente, in principio è l’ascolto. La parola viene dopo. Non c’è nessun Io parlo se non è preceduto da un Io ascolto.
Se, dunque, avremo imparato ad ascoltare, sapremo anche parlare. ...
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La valutazione delle capacità cognitive rappresenta un tassello fondamentale del mosaico diagnostico, che raccoglie e integra il senso della diagnosi stessa. Valutare le funzioni cognitive e le loro manifestazioni all’interno della pervasiva area dell’autismo, conduce il clinico a calibrare la valutazione sulla base delle implicazioni e delle limitazioni comunicative espresse dall’area patologica.
La Leiter-R è una scala di valutazione cognitiva non verbale che, a differenza dei tradizionali test intellettivi, pone l’accento anche sull’intelligenza fluida quale misura dell’intelligenza innata di un individuo, non influenzata da aspetti o apprendimenti culturali e socio-educativi.
«Uno degli aspetti fondamentali da tener presente, nel momento valutativo», sottolineano gli autori, «è l’osservazione attenta dei comportamenti del bambino che possono dare molte indicazioni sulla intenzionalità o casualità della risposta. A volte uno sguardo fugace e un comportamento bizzarro possono farci comprendere, meglio di quanto si possa fare solo attraverso il punteggio, le reali potenzialità del bambino».
La valutazione cognitiva di un campione di 130 bambini autistici ha permesso un’equilibrata sintesi tra aspetti quantitativi e qualitativi, che si risolve tanto nell’attendibilità della diagnosi quanto nella possibilità di aprire nuovi orizzonti di riflessione nello scenario più ampio della valutazione dell’autismo. La correlazione con altri indici diagnostici ha permesso un arricchimento della valutazione e della prognosi che consentono di indirizzare meglio il progetto terapeutico. ...
€ 14,25 15,00
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Anima, più che una sostanza, è una prospettiva,
più che una cosa in sé, è una visuale sulle cose.
J. Hillman

Riflessioni sui principi della cura e sulle potenzialità della psicologia archetipica hanno qui come scenario la stanza dell’analisi, il luogo in cui avviene l’incontro terapeutico e dove ogni elemento presente diviene un luogo del fare anima.
«Cosa accade nella mente dell’analista quando l’incontro con l’altro, dopo tanti anni di esperienza clinica, diventa uno degli ingredienti fondamentali del fare terapeutico?», si interroga Magda Di Renzo nella presentazione del volume.
«Quale luogo abitano, in quella stessa stanza, le teorie che hanno fondato la sua dimensione terapeutica e che hanno dato vita alle suefantasie sul paziente e sulla cura?
Qual è allora l’atteggiamento che l’analista può assumere per fare in modo che il bagaglio di conoscenze accumulate non diventi solo una griglia per codificare adeguatamente il comportamento dell’altro ma si presentifichi ogni volta come una nuova fonte cui attingere per trovare le immagini che connotino il processo terapeutico in atto?
Se conveniamo con Jung sulla considerazione che non si può esercitare influenza se non si è suscettibili all’influenza dell’altro, non possiamo pensare che sia solo la rigorosità del setting a garantire la proficuità del nostro operato né possiamo argomentare che una maggiore conoscenza,ipso facto, consenta più facilmente all’altro di affidarsi al percorso che gli proponiamo. Perché un processo sia vivo è necessario, piuttosto, che l’analista si lasci continuamente influenzare dai racconti e dalle immagini che l’altro porta, entrando in quel processo alchemico che trasformerà, alla fine del percorso, la materia di entrambi i partecipanti». ...
€ 17,10 18,00
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La rappresentazione grafica costituisce uno strumento per oggettivare il livello di maturazione raggiunto dal bambino in ambito psicomotorio, cognitivo ed emotivo e, nello stesso tempo, si pone come strumento prezioso di espressione sia in ambito educativo che terapeutico.
Il comprendere e il saper valutare la produzione grafica di un bambino autistico è un indispensabile supporto per capire i diversi aspetti della sua evoluzione e la sua personalità.
La valutazione grafica in produzione spontanea di un campione di 100 bambini autistici ha permesso di delineare come il disegno libero e il disegno della figura umana mostrino la specificità di un linguaggio diverso da quello verbale che consente manifestazioni peculiari sia sul versante cognitivo – esplorato anche attraverso le prove di Santucci – sia su quello affettivo, permettendo una descrizione del bambino con autismo.
La correlazione con altri strumenti diagnostici (come con l’ADOS-G e la Leiter-R) ha consentito un arricchimento della valutazione e della prognosi e una migliore progettualità terapeutica.
Nel volume vengono riportati gli esiti del test grafico-proiettivo – reattivo di Wartegg –, somministrato a 40 bambini, che ha consentito di mettere in luce aspetti della loro personalità. La possibilità di somministrare il test di Wartegg si è resa possibile solo dopo un percorso terapeutico. ...
€ 17,10 18,00
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Continuerò ad azzardare, a cambiare, ad aprire la mente e gli occhi, rifiutando di lasciarmi incasellare e stereotipare. Ciò che conta è liberare il proprio io: lasciare che trovi le sue dimensioni, che non abbia vincoli.
Virginia Woolf

Interrogarsi sul senso dell’essere donna in una terra culturalmente mediterranea e all’interno di un panorama scientifico di più ampio respiro, qual è quello junghiano, è il fil rouge che unisce gli scritti di questo libro.
Sogno e Risveglio, nel connubio filosofico di Maria Zambrano, si fanno cammino dentro la storia, innanzitutto dentro le storie personali, traducendosi nel fitto dialogo fra gli opposti: l’inconscio e la coscienza, il reale e il simbolico, la paziente e l’analista, l’analista e il supervisore, anche lei donna.
La raccolta degli scritti, che trova nel pensiero della psicologia psicodinamica il suo cardine di riferimento, narra di percorsi clinici di donne raccontati da donne, proponendo al lettore un panorama di esperienze al femminile in cui teoria e prassi, pensiero (scientifico) e sentimento, natura e cultura si intrecciano in una tensione dinamica e poliedrica, che apre costantemente alla duplice dimensione dell’individuale e del collettivo.
La relazione madre-figlia, l’adozione, l’incapacità-impossibilità di essere madre, il soma come linguaggio della psiche, l’emancipazione sono i temi che prendono vita attraverso il mito, così antico e sempre così attuale e moderno, nelle sue molteplici sfaccettature. ...
€ 17,10 18,00
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È un volume sull’equilibrio emotivo dell’individuo e sui processi che lo creano e lo sostengono, sugli eventi che lo minano e, qualche volta, lo distruggono e sulle modalità di cura – sia psicoterapeutiche che autoterapeutiche – che cercano di ripristinarlo. L’alessitimia, la difficoltà a riconoscere e a descrivere i propri sentimenti, rappresenta il punto focale dell’intera trattazione. L’autore, nel tentativo di dare una risposta al perché questa patologia rappresenti la più comune causa singola del cattivo risultato – o addirittura del fallimento – di una psicoanalisi, ci offre un’analisi particolareggiata degli affetti, delle emozioni e del trauma psichico. Tra tanti apporti assolutamente innovativi qui presentati, spicca il punto di vista genetico sugli affetti e l’esame dei particolari eventi maturativi dell’adolescenza. Nella rivisitazione di molti concetti inerenti il trauma psichico, l’autore propone la ridefinizione del termine stesso del trauma e la distinzione tra il trauma infantile e il trauma di tipo adulto.
Nello studio dell’alessitimia, il capitolo di John Krystal – dedicato agli aspetti diagnostici – riassume i mezzi attualmente disponibili per accertarne la presenza, la gravità e l’estensione e propone nuovi strumenti valutativi. Per comprendere l’enormità e la profondità di questi problemi e individuare strumenti concettuali aggiornati, l’autore sottolinea la necessità di integrare le nuove scoperte provenienti dalla psicologia cognitiva, dallo studio delle dinamiche percettive e nuove affascinanti conoscenze sullo sviluppo psicologico infantile e sul ruolo dell’attaccamento nella genesi psicologica. Ne deriva un testo profondamente umano, un esame degli avvenimenti traumatici e degli approcci di cura particolarmente ad ampio raggio, con deduzioni ricche di effetti per gli studi futuri come, per esempio, la scoperta che l’inibizione della cura di sé è la chiave di volta dell’intera struttura dell’alessitimia. ...
€ 41,80 44,00
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Soltanto il caso può apparirci come un messaggio.
Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso,
che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto.
Soltanto il caso ci parla
Milan Kundera

Che cosa sarebbe la psicologia se Jung non avesse incontrato Freud?
Che cosa sarebbe la filosofia se Sartre non avesse incontrato Simone de Beauvoir?
Che cosa sarebbe la nostra vita se non avessimo incontrato quell’autore, quell’uomo o quella donna?
È lecito chiedersi se la vita simbolica, oltre che nei sogni, si manifesti anche nella realtà sotto forma di coincidenze significative?

Due avvenimenti non collegati da nessuna causa, ma che tuttavia, accadendo simultaneamente, creano un senso per la persona che ne è soggetta... la sincronicità è senza dubbio uno dei fenomeni psichici più affascinanti.
Questo libro, della sincronicità indaga innanzitutto la sfera relazionale. Parla degli incontri, sincronistici appunto, che fanno sì che persone, autori e opere si presentino nella nostra vita in momenti determinanti, acquisendo così un valore simbolico di trasformazione.
Vengono esaminati i processi psichici che si manifestano sotto forma di motivi tematici o di inclinazioni che ci attirano e ci conducono impercettibilmente verso una persona, un lavoro oppure un paese.
L’autore spiega in che modo possiamo approfondire il senso di un avvenimento sincronistico e, per creare ipotesi interpretative, fa ricorso anche a metafore tratte dalle scienze della complessità e dalla teoria del caos.  ...
€ 19,00 20,00
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La materia è spirito che si muove abbastanza lentamente da essere visto.

Il volume interpreta la psiche umana quale parte di un ordine naturale più ampio in cui gli archetipi, fino a poco tempo fa considerati modelli solo psichici, sottendono anche le leggi naturali. Il saggio mette a confronto diversi campi della ricerca umana: psicologia, biologia, fisica, principi dell’auto-organizzazione suggerendo che le apparenti distinzioni umane siano contenute all’interno di una dimensione più ampia di significato. Quest’affascinante ottica porta alla riscoperta di ciò che i mistici, gli alchimisti e i poeti hanno saputo per secoli: dell’esistenza di un unus mundus.
La capacità di entrare in rapporto con l’archetipico ha un alto valore trasformativo e permette di schierarsi con il proprio destino, il che rappresenta quanto ci sia di più creativo nella vita di un uomo. Il non farlo provoca infelicità, personali e collettive. Il volume mostra come operare tali ricongiungimenti e come, prendendo coscienza dei modelli e dei campi, ci si possa impegnare in modo più significativo nella realtà archetipica e spirituale soggiacente. L’aumento della capacità di costruire un ordine interiore mette l’uomo in condizione di aumentare esponenzialmente anche la capacità collettiva di cambiare. ...
€ 16,15 17,00
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C’è per noi qualcosa di più necessario dell’essere felici: è immaginarsi che la felicità esista.
M. Yourcenar

L’essere felici non dipende tanto da fattori esterni o da particolari tecniche, ma dal nostro cuore. Sono le buone radici della nostra infanzia che ci rendono capaci della felicità.
C’è una felicità sana, propria degli ottimisti che, possedendo una buona fiducia di base, si sentono amati e sono pronti a dare amore. E c’è una felicità malata, propria dei cercatori del piacere scambiato per felicità, dei dipendenti da psicofarmaci o da droghe, degli euforici, degli iperattivi, degli iperadattati che, per evitare la critica ed essere accettati e amati, si sentono inconsciamente obbligati a esibire la maschera della contentezza.
Ci sono coloro che, pur desiderandolo, si sentono in colpa o hanno paura di essere felici. Ci sono i pessimisti che si sentono tagliati fuori dal mondo della felicità, ma essa può loro dischiudersi, se saranno aperti a un serio e impegnativo itinerario psicoterapeutico.
Aspirare a essere felici è una potente molla dell’esistenza. Rivela che non abbiamo perso la fiducia in noi stessi e nei nostri simili e che la speranza non è spenta nei territori della nostra psiche. Ciò aiuta a crescere, anche quando l’anagrafe ci colloca nella terza o nella quarta età. ...
€ 15,20 16,00
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Dite: «È faticoso frequentare i bambini».
Avete ragione.
Poi aggiungete: «Perché bisogna mettersi a loro livello, abbassarsi, curvarsi, farsi piccoli».
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca. È piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti, alzarsi sulla punta dei piedi per non ferirli.
Janusz Korczak


Le ferite dell’infanzia, talvolta conosciute ed evidenti, altre volte nascoste o incomprese, fanno parte della vita di molti bambini. Lutti, separazioni, partenze, malattie, rapporti difficili, conflittuali o ossessivamente protettivi causano contusioni, lividi, ammaccature e ferite di tanti tipi. Spesso sono gli adulti, a casa o a scuola, a fare del male ai bambini, non comprendendo le loro angosce. Spesso è il bambino stesso a soffrire di «mal di genitori». Spesso è il corpo che difetta, la malattia che ha effetti negativi sulla quotidianità.
Attraverso i casi di Antoine, «bloccato da un padre-giudice», Caroline e Marion, «maltrattate da una cattiva maestra», Etienne che, dopo la separazione dei genitori, «vive in un mondo a parte»..., Nicole Fabre mostra i modi in cui queste ferite possono essere riconosciute e quindi curate.
Con grande sensibilità l’autrice illustra l’importante ruolo della psicoterapia che, durante il processo di guarigione, riesce a trasformare le ferite in cicatrici preziose, costitutive di personalità, aiutando il bambino a crescere in modo equilibrato. ...
€ 13,30 14,00
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La ricerca scientifica è tesa ad un’incessante soluzione di problemi e la conoscenza scientifica cresce e opera nel continuo dissenso, ma sempre orientata verso la teoria vincente. Il metodo scientifico, mediante il percorso delle congetture e delle confutazioni e quindi della falsificabilità fattuale delle teorie, è la base delle nuove conoscenze.

Il progredire delle ricerche in campo biomedico evidenzia una graduale perdita dei confini dell’oggetto di studio delle singole discipline. E’ ormai impossibile occuparsi di immunologia separatamente dall’endocrinologia, oppure occuparsi di endocrinologia senza entrare nel vivo delle neuroscienze. La medicina attualmente è sempre più una scienza multidisciplinare e la possibilità di comprendere i vari fenomeni fisiopatologici richiede un collegamento tra i vari campi del sapere.

Da un complesso lavoro di indagine, di revisione e di collegamento, ha preso origine questo testo suddiviso in tre parti distinte. Le finalità delle prime due sono l’approfondimento in campo epistemologico e l’aggiornamento multidisciplinare in campo biomedico. Nell’ultima parte viene affrontata una valutazione critica della medicina omeopatica, dal punto di vista metodologico e scientifico, sulla base dei dati forniti dalle due precedenti.

L’aspetto innovativo della trattazione, che viene evidenziato nelle conclusioni dei vari capitoli, è quello di documentare la concordanza tra le conoscenze scientifiche attuali e le basi teoriche della medicina omeopatica.

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€ 71,16 74,90
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I disturbi dell’identità e il fenomeno dello sdoppiamento della personalità sono due temi largamente trattati dalla Letteratura e dalla Psicanalisi.
Stevenson, Wilde, Poe, Hoffmann, Borges, Dostoievsky, Tolstoi, Dickens, Maupassant, Pessoa, Rank, Melanie Klein e Freud sono solo alcuni dei nomi delle due discipline citate che si sono occupati di questo argomento.
Non è mai stato fatto lo stesso da parte dell’Omeopatia equesta è una cosa alquanto strana, perché gli Omeopati, nel loro lavoro clinico, s’imbattono quotidianamente in pazienti che presentano disturbi d’identità e, talvolta, anche fenomeni di sdoppiamento della personalità.

In questo libro, diretto a medici omeopati e a psichiatri (ma anche al pubblico che si interessa di questa problematica), il Dr. Zalman J. Bronfman, con più di 30 anni di esperienza come omeopata, sviluppa il tema considerando tre punti di vista, quello letterario, quello psicanalitico e quello omeopatico, e, ovviamente, approfondendo in modo particolare il tema dal punto di vista dell’omeopata, data la sua specifica specializzazione.

Questo è un argomento particolarmente delicato per noi omeopati, sia perché, come afferma lo stesso Bronfman, sono numerosissimi i pazienti che presentano disturbi inerenti il problema dell’identità personale, sia perché il paziente non è quasi mai cosciente di questa problematica e quindi il medico deve stare attento a leggere la ‘verità’ tra le righe delle sue parole, sia perché ci sono autori che, come Rajan Sankaran, ritengono così importante l’argomento dell’identità personale da costruire tutta la loro tecnica della presa e dell’interpretazione del caso clinico proprio su tale aspetto.
Comunque, oltre a questo, quello che veramente spicca e considero una perla preziosa di questo nuovo lavoro di Bronfman è la possibilità che ci viene offerta di arricchirci della sua grande esperienza di Maestro di Omeopatia e in particolare di docente di Materia Medica comparata. 

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€ 28,50 30,00
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dalla Prefazione
... E da qui, incantamenti, fughe, arresti ideativi, abaissement du niveau mental, ma anche fantasie, intuizioni, libere associazioni... insomma la bellezza di esperire un “non luogo” nella nostra mente, quello spazio ideale e utopico che riesce a esprimere, in certe circostanze, quel centro – il proprio e quello dell’universo – che non è situato in nessun dove, ma che è, irreale o no, vero o falso, soggettivo o fantastico, – non importa – perché “quando questa esperienza riesce a dare forma sensibile alle cose o alle loro immagini, se la coscienza si eleva oltre le forze elementari della sensorialità”, allora assurge a un respiro vitale ma anche a una poetica regressione, che al di là di ogni riconoscibile e umana aderenza alla realtà, apre pure a una forma del sublime e dello spirituale come essenza di “areità” che pure ci appartiene e che ci proietta, oltre che nell’Immaginale, anche nel trascendente e nel metafisico.
Questa è la magia del cinema, la settima arte secondo la definizione di Ricciotto Canudo, il cinema, l’illusione di un’immagine in movimento, la possibilità di “mettere in quadro” eventi, storie, stati d’animo così per come possono essere descritti, meccanicamente, come nella “verità vera” del cinema realista di Bazin, o come nel cinema di J. Mitry in cui prevale la “filosofia decostruttiva” nel senso delle descrizioni detta-gliate di sfaccettature o particolari di ogni struttura operativa del film; ma è anche la “finzione” illusoria e fantasticata, leggera ed evasiva – pure questo – di cui ognuno di noi ha pure bisogno  per illuderci appunto, per negare certe realtà quando amare, insopportabili, ma per sognare, per regredire, per giocare...

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