Luciano Canfora
Luciano Canfora (1942) insegna Filologia greca e latina. Con questa casa editrice ha pubblicato: La democrazia come violenza (1982), Storie di oligarchi (1983), Il comunista senza partito (1984), La sentenza (1985 e 2005), La biblioteca scomparsa (1986), Vita di Lucrezio (1993), Demagogia (1993), Manifesto della libertà (1994), La lista di Andocide (1998), Un ribelle in cerca di libertà. Profilo di Palmiro Togliatti (1998), Un mestiere pericoloso. La vita quotidiana dei filosofi greci (2000), Il copista come autore (2002, 2019), 1914 (2006, 2014), 1956. L'anno spartiacque (2008, 2016), La meravigliosa storia del falso Artemidoro (2011) e La trappola. Il vero volto del maggioritario (2013). Dirige la collana «La città antica» di questa casa editrice e la rivista «Quaderni di storia». Tra i suoi libri più recenti ricordiamo: Il mondo di Atene (Laterza 2001), Spie, URSS, antifascismo. Gramsci 1926-1937 (Salerno 2012), Intervista sul potere (Laterza 2013).
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Nell'universo dei testi, che immaginiamo coeterno di quello degli atomi, ci sono «originali» che non sono mai esistiti. O, per meglio dire, testi alla cui origine non v'è mai stato un «originale», e che hanno non di meno vissuto, prosperato e anche nociuto (i Protocolli dei savi di Sion). Ovvero testi composti di pagine autentiche, ma, nella loro agglomerazione come libri, del tutto fittizi (la cosiddetta Volontà di potenza). Anche questi, non sempre innocenti. I testi vivono separatamente dagli autori che li misero in moto. (E secondo il cavalier Marino se ne stanno, integri, in una delle sfere celesti). Accade perciò che talvolta gli autori stessi si comportino verso di loro al modo dei copisti: persino intervengono a inquinare le proprie parole. L'unico «onnipotente» autore è dunque il copista, colui che scrive il testo. L'unico che abbia con esso un rapporto di piena e fisica identificazione, nonché un ruolo fatale nel suo destino. I cambiamenti da lui apportati, quelli voluti e quelli non voluti, entrano nel corpo dello scritto e vi restano. E come fanno lo scritto possono fare anche la storia. Luciano Canfora