Maria Antonietta Spadaro

copertina del libro O SCONTO DEL 5%

Echi di Giappone in Italia

Storia di due artisti fra il Giappone e l’Italia. Moglie e marito, pittrice lei, scultore lui. Nata O’Tama Kiyohara e naturalizzata Eleonora dopo il battesimo e il matrimonio con Vincenzo Ragusa, l’artista giapponese conobbe il suo futuro marito a Tokyo nel 1876. L’immagine immateriale e fluttuante della millenaria tradizione del paese del Sol Levante, con le sue stilizzate silhouettes ed i suoi eleganti ritmi decorativi, “sposava” così la ricerca plastica e atmosferica del realismo occidentale.
Vincenzo dal canto suo si era recato in Giappone, insieme ad Antonio Fontanesi e a Giovanni Vincenzo Cappelletti, per fondarvi la prima Accademia d’Arte Occidentale dell’Impero. Lo scultore siciliano, con alle spalle già importanti riscontri professionali fra Milano e la Svizzera, restò affascinato da quella cultura al punto da tornare in Italia con il desiderio, presto frustrato, di un Museo d’arti orientali da aprire a Palermo e di una Scuola di arti decorative e industriali in cui impiegare maestranze e tecniche artigianali orientali.
Maria Antonietta Spadaro ripercorre le tappe fondamentali di questo episodio poco noto della storia del secondo Ottocento in Italia, intrecciando i percorsi e le opere dei due artisti sullo sfondo di una Sicilia fin de siècle tanto dinamica quanto incapace di cogliere il carattere di modernità di quella pionieristica esperienza che in Europa, nello stesso torno di anni, avrebbe avuto ben altre conseguenze sulle frange più aggiornate della ricerca artistica internazionale

N/A € 14,00
copertina del libro Archeologia industriale  di Daniela Pirrone SCONTO DEL 5%

Il volume è una ricognizione storico-fotografica sulle testimonianze di archeologia industriale nel territorio di Palermo. Oltre ai saggi iniziali che ripercorrono la storia imprenditoriale della città, il testo comprende schede approfondite e sintetiche circa le fabbriche individuate e raggruppate in tre sezioni: la prima relativa alle strutture industriali abbandonate, la seconda attinente alle strutture ancora attive nelle sedi storiche, e la terza riguardante i siti recuperati e impiegati per le nuove attività. Un ricco e rappresentativo apparato iconografico completa questa singolare rassegna su una nuova e suggestiva forma d’arte.

N/A 20,0000