Rosario Lentini

Rosario Lentini (1952) laureato in Scienze Politiche all'Università di Firenze, ha proseguito gli studi in storia economica dedicando la sua attenzione allo sviluppo della borghesia imprenditoriale in Sicilia, con particolare riguardo ai negozianti-bancheri italiani e stranieri. Con questa casa editrice ha pubblicato: con Romualdo Giuffrida L'età dei Florio (1985) e i seguenti saggi: Economia e storia delle tonnare di Sicilia in Vincenzo Consolo, La pesca del tonno in Sicilia (1986); La presenza degli Inglesi nell’economia siciliana, in Raleigh Trevelyan,  La storia dei Whitaker (1988); Una nuova cultura del vino in L’economia dei Florio (1991).

La storia moderna del vino e dell’enologia siciliana percorre strade affascinanti che intrecciano i destini della Casa di Francia degli Orléans, di Horatio Nelson e della sua flotta, dei mercanti-imprenditori britannici e di quella piccola parte dell’aristocrazia siciliana che potremmo definire illuminata. Da questo punto di vista, il libro di Rosario Lentini è un romanzo storico straordinario.
Non è solo il resoconto di un’incredibile capacità di visione e di una rivoluzione tecnologica che accomuna tutti i protagonisti dai Woodhouse, agli Ingham, ai Whitaker, agli Orléans, agli Alliata; è la storia di un intero territorio e di una, fortissima ma quanto disperata, ambizione di fare della Sicilia un centro, se non il centro, di un’economia agroalimentare di livello mondiale. Perché questa è la tensione che si legge tra le righe e nelle lettere dei protagonisti. La voglia di essere nel mondo; di essere il mondo di riferimento. Un’agricoltura figlia dell’Illuminismo e avida di scienza, che ambisce a divenire industria, l’unica possibile, e a cimentarsi sui mercati internazionali, senza confini alle proprie ambizioni, senza complessi.
Francia, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Corti europee: questo è lo scenario di riferimento di questi pionieri dell’agroindustria siciliana. Colti, ognuno di loro capace di vedere ben oltre i propri confini di imprenditore del vino. Capaci di costruire opifici e palazzi e ville di grandissimo valore architettonico e, allo stesso tempo, di immaginare sistemi produttivi e prodotti con l’ambizione di rivaleggiare, vincendo, con i più blasonati prodotti francesi, portoghesi e inglesi. In grado di vincere la fillossera, di importare i vitigni francesi, il mitico Sauternes tra tutti; di studiare i processi e i sistemi di vinificazione. Le battaglie di sempre e di oggi dell’agricoltura siciliana. Storie che pongono domande ancora oggi importanti, come per esempio sono quelle legate all’imprenditoria di stampo familiare. Storie che ci fanno capire come di passi avanti a volte rivoluzionari sia fatta quella che oggi chiamiamo la tradizione viticola ed enologica siciliana. Storie che, ancora oggi, insegnano a tutti, all’impresa, alla politica, alla ricerca, la necessità di avere un progetto, una visione del futuro, una strategia. Si fondono insieme il pensiero illuminista, la grandeur ottocentesca e la Belle Époque siciliana, con il suo rapido declino che segue gli ultimi trionfi, come le luci di un fuoco di artificio. Emergono personaggi che non è esagerato definire “giganteschi” nella loro capacità di credere, a dispetto di un sistema sociale, burocratico, politico che allora, come oggi, fa fatica a immaginare un futuro. Si avvertono gli echi della sciasciana “colpa del fare”. Non c’è finalmente, nulla di gattopardesco. Non è una Sicilia di lamentosi gattopardi, disillusi quanto cinici. È del tutto diversa. È una Sicilia responsabile, operosa, fantasiosa, creativa, quella che emerge. Non ha poi neanche tanta importanza, alla fine, se l’impresa specifica abbia avuto o meno successo. Rimane tantissimo di quel periodo, rimane un patrimonio di reputazione che si è costruito nel tempo e che oggi è un patrimonio di tutti e del quale tutti i protagonisti dovrebbero sentire la responsabilità.

N/A € 10,00