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La democrazia italiana è lunatica come un adolescente implume, come una ballerina di flamenco. Da qui la sua cifra distintiva: gli sbalzi d'umore, l'incoerenza, le scelte capricciose. E un'onda emotiva perennemente inquieta, che sommerge la ragione. I nostri governanti – non tutti, si capisce – non conoscono il passato, non hanno abbastanza fantasia per proiettarsi nel futuro. Sicché girano in tondo, scambiandosi ruoli e competenze come durante una quadriglia, il vecchio ballo popolare. Ma a ballare sono soprattutto le istituzioni dello Stato italiano, quando succede che la legge faccia le veci della sentenza, quando il governo detta legge in luogo delle Camere, quando la magistratura colma i buchi della legislazione. Ogni Stato è un'impalcatura che serve a imbrigliare le passioni. Se l'impalcatura crolla, le decisioni collettive diventano per lo più emotive, contraddittorie, irragionevoli nel loro bilancio complessivo. E il seme della follia s'impadronisce della cittadella pubblica, della stessa vita democratica. Forgiando una nuova forma di governo, o meglio di non governo: demofollia, chiamiamola così.
Michele Ainis è ordinario di Istituzioni di diritto pubblico all'Università di Teramo, dove è stato prorettore vicario (nel 2001) e preside della facoltà di Giurisprudenza (dal 2001 al 2005). Ha pubblicato numerosi saggi, è membro del comitato di direzione di varie riviste giuridiche, ed ha tenuto conferenze in Italia e all’estero. Dal 1998 è editorialista della Stampa di Torino, dopo aver collaborato al Corriere della sera. Nel 2003 è stato eletto nel direttivo dell’Associazione italiana dei costituzionalisti. Coordina la Scuola di scienza e tecnica della legislazione “Mario D’Antonio” costituita presso l’Isle. Ha fatto parte di varie commissioni ministeriali di progettazione e di studio. Fra i suoi libri si ricordano: La legge oscura. Come e perché non funziona (Laterza, 2002), La cura (Chiarelettere, 2009), Chiesa padrona. Un falso giuridico dai Patti lateranensi a oggi (Garzanti, 2009), Privilegium. L'Italia divorata dalle lobby (Rizzoli, 2012), Romanzo nazionale. L'Italia e gli inganni della politica (Dalai, 2013), L'ordinamento della cultura. Manuale di legislazione dei beni culturali(Giuffré, 2015). È coautore con Vittorio Sgarbi di La Costituzione e la Bellezza (La nave di Teseo, 2016).
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