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Settant'anni di Formula Uno riletti attraverso quelle particolarità fisiche che hanno reso famosi i piloti. Un punto di vista anatomico su un mondo costruito nell'alta tecnologia motoristica, dunque del tutto nuovo, seppure non sconosciuto ai tanti appassionati che hanno saputo cogliere attraverso le singolari particolarità fisiche dei protagonisti e l'uso che essi ne fanno in gara, l'aspetto più umano del circuito più veloce e futuribile che vi sia. Perché è grazie a quei corpi che questo sport è entrato nell'immaginario collettivo come sinonimo di grinta, coraggio, rischio e adrenalina. Corpi donati alla scienza della velocità. Corpi normali ma capaci di far eseguire cose che proprio normali non sono. Corpi attraverso i quali passa la gioia, il dolore, la vita, la morte e la gloria. Dentro quei corpi si nasconde la grandezza del pilota, come il "fegato" di Villeneuve, sinonimo di coraggio e follia, o il cuore di Alonso, caldo quanto lui ma a volte traditore. E poi gli occhi di Cervert, spenti per sempre in un pomeriggio americano, le spalle di Senna, abituate a calibrare la guida del suo bolide come a portare il peso di una nazione. Particolari curiosi come il ventre di Juan Manuel Fangio o le braccia di Nuvolari, i primi campionissimi.
Prefazione Fabio Tavelli.
L’autore: Luigi Ansaloni, 39 anni, grazie a clamorose botte del suddetto culo, è riuscito a trasformare il suo sogno in lavoro. Esperto di tennis, ha più di trenta tornei dello slam come inviato, scrive per Oktennis. Co-autore di due libri dedicati a Roger Federer (“18” e “20”), ama la racchetta ma anche i motori: si alzava a sette anni alle 4 del mattino per vedere Prost, Senna e le Ferrari correre e lottare. Voleva chiamare suo figlio Ayrton, ma ha avuto in dono una meravigliosa Alice.
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