Rassegna stampa

Una raccolta dei migliori articoli di giornale sulle pubblicazioni della Nuova Ipsa editore di Palermo

In questa pagina del sito della nostra casa editrice puoi trovare la lista completa di tutti gli articoli dei principali giornali e testate giornalistiche che hanno effettuato le recensioni dei nostri libri.

La Repubblica del 19 febbraio 2005
Sancio Panza parla Siciliano
 
 
A Don Chisciotte è successo il meglio che può capitare ad un personaggio creato dalla fantasia di un poeta: vive ormai di vita propria anche fuori dall’opera che ne consacrò le gesta e viaggia per il mondo con il suo altrettanto celebre scudiero. È il cavaliere errante per antonomasia. Dovunque ci sono torti da riparare c’è un Don Chisciotte in agguato, anche se lo scambio tra i giganti e i mulini a vento rende vana o addirittura ridicola l’idea che il mondo si possa raddrizzare.
I personaggi di Cervantes erano già proverbiali quando il poeta siciliano Giovanni Meli (1740-1815) decise di render loro omaggio con un suo Don Chisciotti e Sanciu Panza che ora l’editrice Nuova Ipsa di Palermo ripropone in un colume di grande formato, con una introduzione di Salvatore Zarcone, una traduzione in versi italiani di Gina D’Angelo e le illustrazioni di Sveva Santamaura. In aggiunta, per me preziosa, un dizionario siciliano-italiano delle voci oscure usate dal Meli.
Non siamo di fronte a una traduzione, ma piuttosto a una variazione sui temi carvantini, con l’idea di mettere in burla chi pensava a riforme politiche arrischiate e di approvare chi si contentava di usare il proprio buonsenso. Dunque Sancio, con il quale il poeta si identifica, la vince a suo modo sul Cavaliere. Ed è Sancio ad apparire al poeta nella Visioni che è una parte aggiunta al poema e pubblicata più tardi.
Il Meli si fa leggere: piano è il versificare e le ottave si prestano bene alla narrazione. Verrebbe quasi voglia di ascoltarlo recitare, questo poema di Meli, da un cantastorie siciliano, seguitando la tradizione delle storie di Orlando e dei paladini. Nelle celebrazioni donchisciottesce di quest’anno, senza nulla togliere a Cervantes, mi pare giusto dare un poco di spazio anche a Meli e al suo arioso Settecento.
 
Paolo Mauri