Giornale di Sicilia del 25 ottobre 2018
Passeggeri ricchi e poveri emigranti: nelle navi dei Florio successi e delusioni
Un volume che racconta la storia della flotta di una delle più grandi e famose famiglie siciliane. Dai battelli a vapore, ai grandi piroscafi fino alle motonavi degli anni Trenta
Nell’Ottocento Palermo era uno dei più importanti porti del Mediterraneo e le navi dei Florio solcavano i mari del mondo, dalle Americhe fino all’Indonesia.
Una storia di successi e delusioni, una storia di uomini: amministratori, capitani di lungo corso, artigiani, passeggeri ricchi e soprattutto poveri costretti a emigrare oltre Oceano. Paolo Piccione, nato a Milano, storico della marina mercantile e progettista di allestimenti navali, ha ricostruito questa storia lunga un secolo che si è chiusa nel 1931. L’ha esaminata dai due punti di vista geografici che ne sono protagonisti: quello siciliano, terra di origine del padre ragusano, e quello di Genova, città dove vive e lavora. Piccione si è imbattuto nei Florio quando ha allestito nel 2010, proprio a Genova, una mostra sugli armatori Rubattino, soci degli imprenditori siciliani. Da quel giorno ha iniziato una caccia ai documenti e alle storie che adesso si è conclusa. Il risultato è il libro ≪Le navi dei Florio≫.
La storia inizia nella prima parte dell’Ottocento quando Vincenzo Florio senior compra, con altri soci, la sua prima nave: ≪l’Assunta≫, uno schooner. L’anno successivo a Palermo c’è il varo del ≪Diligente≫, scafo di legno in quercia, che Florio fa navigare sulla rotta per il Nord America, una delle sue migliori intuizioni. In pochi anni viene costituita una piccola flotta che ha per simbolo il leone, emblema della famiglia. Agli americani le navi dei Florio portano sommacco, olio, vino, agrumi e zolfo. Tornano cariche di caffè, pepe, rhum, riso, pece e catrame. Nel 1840 per iniziativa di Benjamin Ingham viene istituita la prima compagnia di navigazione a vapore siciliana. Vincenzo Florio partecipa come secondo azionista.
Viene ordinata in Scozia la costruzione della nave ≪Palermo≫, progettata nei cantieri Duncan da Robert Napier, inventore della caldaia marina a vapore. Nel 1844 il re Ludwig di Baviera arriva a Palermo da Napoli proprio su questa nave. La propulsione e a ruote. Nel 1833 la prima crociera che da Napoli tocca la Sicilia e arriva fino a Costantinopoli.
La storia continua dopo l’Unità d’Italia per decine e decine di navi. Dai nomi più disparati. Spesso legati al territorio, come i piroscafi ≪Solunto≫ o ≪Pachino≫.
Altre volte buffi, da ≪Picnic≫ a ≪Elettrico≫, la più grande nave d’Italia nel 1859. Oppure il piroscafo a ruote di ferro ≪Dispaccio≫, dalla storia particolare: affonda come ≪Manx Fairy≫ sul fiume Mersey vicino Liverpool; ripescato e comprato da Florio nel 1861; poi sequestrato da Garibaldi nel 1862 per la spedizione in Aspromonte, per finire nel 1877 perduto in un naufragio sulle secche dei Porcelli al largo di Trapani.
Navi che incrociano la storia come ≪l’Etna≫ requisita dai Borboni per portare truppe a Palermo per spegnere la rivolta della Gancia, antefatto della spedizione dei Mille. Oppure il convoglio di piroscafi che spostano reparti dell’esercito italiano per la guerra coloniale in Etiopia nel 1877.
Un momento importante è la fondazione nel 1881 della società Navigazione generale italiana, in cui si fondono le flotte di Ignazio Florio senior e di Rubattino. Il risultato è che la Ngi possiede metà delle navi iscritte al registro italiano. Le sue navi raggiungono le due Americhe, coprono tutte le rotte mediterranee, raggiungono le Indie e Sumatra passando dal canale di Suez. Si dedica in particolare alla rotta per New York dove emigrano centinaia di migliaia di meridionali.
≪Palermo - dice Piccione - era dopo Genova il principale porto italiano e uno dei maggiori del Mediterraneo dopo Marsiglia, Costantinopoli e l’asburgica Trieste≫. Nel 1891, a soli 53 anni, muore Ignazio Florio senior. Ignazio junior e Vincenzo, ancora minorenne, sono eredi di un impero economico. ≪Ignazio junior - e il giudizio di Piccione - non ebbe la fortuna di trovare un amministratore capace, come fu Valletta alla Fiat. Si lasciò prendere la mano. Sperperò con la moglie Franca molto denaro e quando arrivò il crollo economico, gli armatori genovesi approfittarono della situazione. Ma non credo ci fosse dietro un disegno antimeridionalista≫.
Di quell’epoca restano momenti di grande splendore. La passione nautica porta Ignazio Florio a essere uno degli armatori di vela più in vista d’Europa, mentre il fratello minore Vincenzo diventa protagonista dello sport moderno inventando la Targa Florio e altre grandi manifestazioni. Ignazio compra il ≪Valkyrie≫ da Carlo d’Asburgo, uno yacht nato per gareggiare in Coppa America. Partecipa alle regate internazionali di Nizza e Montecarlo. Infine, ordina la costruzione in Scozia di un magnifico yacht personale, ≪l’Aegusa≫ talmente lussuoso e costoso da mantenere da rivenderlo dopo due anni a Thomas Lipton, il re del the.
Restano tanti i meriti nel campo marittimo di Ignazio junior, come aver coinvolto la Ducrot nell’allestimento degli arredi delle navi e la costruzione del bacino di carenaggio a Palermo. Che porta gli artisti del liberty palermitano a dare il loro contributo. Il salotto di prima classe del transatlantico ≪Europa≫ è dipinto da Ettore Maria Bergler mentre l’arredo del ≪Siracusa≫ è firmato da Ernesto Basile. Entrambe le navi sono varate dal cantiere di Palermo.
Nel 1925 ≪l’Ignazio Florio≫ viene colpita da una tempesta nell’Atlantico, il carico di grano si sposta, la nave imbarca acqua, le lance di salvataggio sono distrutte. L’sos viene raccolto da una nave americana, la ≪President Harding≫ che salva l’equipaggio poco prima che la nave vada a picco. Per Ignazio junior è un triste presagio. Che si aggiunge alla dolorosa perdita di tre figli, tra cui l’erede maschio, Ignazino detto ≪Baby boy≫. Con vari passaggi societari i Florio, a causa dei debiti con le banche e dell’esposizione finanziaria sono costretti a lasciare ogni società marittima.
Una storia che rivive nel libro in centinaia di immagini anche a colori, come quelle splendide dei manifesti pubblicitari dell’epoca. ≪Immagini anche rare come quella di Franca Florio con Lipton a bordo dell’Aegusa≫, dice Vincenzo Prestigiacomo, tra l’altro presidente del comitato scientifico di Casa Florio, che ha presentato ieri con Salvatore Requirez e Giancarlo Teresi, il libro, alla presenza dell’autore, nel bistrò del Teatro Massimo.
Guido Fiorito