Repubblica - Palermo del 20 marzo 2011
I sapori perduti di nonna Maria
Ricette semplici e quasi dimenticate, prevalentemente sconosciute dalle nuove generazioni. Pietanze come “u pani friutu cc’u l’ovu, pizzi a trasi e nesci o cucuzza gialla affucateddu”, di cui pochi di noi hanno sentito parlare ma che molti gusterebbero volentieri. Una raccolta di ricette tipiche della tradizione catanese, nata dall’intesa di nonna Maria e la nipote Daniela. Mondi lontani rispetto al mordi e fuggi odierno, tutta un’altra storia, ben lontana dalla velocità che contraddistingue ormai il nostro modo di vivere. Una cultura diversa dai pasti surgelati comperati già precotti da scaldare in forno. Tutto più lento e gratificante, e il gusto trovato nella preparazione della pietanza oltre che nella pietanza stassa, nell’idea dei propri cari che, a fine giornata, assaporeranno quel cibo.
Il Ricettario di nonna Maria affonda le sue origini in un tempo lontano, quando era costume trascorrere ore ai fornelli nella preparazione di pasti semplici e genuini, spesso dosati facendo a meno dell’uso della bilancia. Leggermente differenti di volta in volta, ma sempre gustosissimi e belli da vedere perché, come si sa, anche l’occhio vuole la sua parte. Non un vero e proprio ricettario per la verità, ma un libro che riporta ricordi profumati e sentimenti fondamentali al benessere dello spirito e del corpo.
I proventi della vendita dei volumi saranno devoluti in beneficenza a favore di associazioni di ricerca.