Avvenire del 11 gennaio 2012
Tornano (in volume) le serenate sotto i balconi della Sicilia
Simpatica e bella l’iniziativa editoriare di Giuseppe Maurizio Piscopo, maestro elementare e musicista di Palermo, che ricerca e cura la pubblicazione in volume delle antiche e scomparse serenate che si facevano un po’ dovunque e - in questo caso - in Sicilia.
Serenate al chiaro di luna ovvero la notturna in Sicilia contiene 35 interventi di altrettanti poeti, scrittori, letterati, ricercatori di tradizioni popolari ed offre in allegato un cd audio. Il curatore non è nuovo a pubblicazioni del genere, giacché ha dato alle stampe un altro volume sulla
Musica dei Saloni (cioè le sale di barbiere che erano e in parte sono ancora il punto di aggregazione di tanti uomini): cosa si cantava, si fischiettava in tali ambienti? Piscopo è andato alla ricerca di melodie, di documenti, di fotografie. Con altri amici e apasssionati “Abbiamo deciso – scrive – di continuare questo lavoro di ricerca sulla musica popolare proponendo una sorta di viaggio tutto siciliano all’interno della serenata”. Oltretutto, continua lo stesso Piscopo, “Le serenate le troviamo negli scritti dei nostri grandi poeti, da Antonio Veneziano ad Alessio di Giovanni, come ache nelle trascrizioni degli antropologi, da Serafino Amabile Guastella a Leonardo Vigo e a Giuseppe Pitré”. È venuto fuori un volume credo unico nel suo genere, nella sintesi e anche nello studio della cultura popolare. Fondamentale l’intervento di Antonino Pavone su “Breve storia della serenata”, come quello di Salvatore Ferita su “Quando le serenate finivano male anche in letteratura”, o l’altro di Antonio Fiasconaro dedicato a “La serenata a Castelbuono”, un paese delle Madonie in cui la serenata è ancora viva: “La serenata e Castelbuono un binomio che ancora oggi è vivo. Sentito, apprezzato anche tra le giovani generazioni. Il centro delle Madonie è sempre stato culla della cultura e la tradizione delle serenate... Non per nulla da qualche anno, in estate, si svogle il Festival delle serenate”. Gli altri interventi sono in parte in prosa (ricordi, memorie, testimonianze...), in parte in versi dialettali. Tra i primi spiccano i testi del regista tv Michele Guardì, del poeta Stefano Vilardo e Salvatore di Marco, degli scrittori Vincenzo Prestigiacomo, Giuseppe Quatriglio e Maurizio Bellavista; i secondi sono firmati da Alessandro Russo, Antonio Zarcone, dallo stesso Giuseppe Maurizio Piscopo (“Serenata sotto i balconi”), oltre a una variazione in versi dialettali di alucni versetti del Cantico dei Cantici. È pur vero che i ritmi e il tempo passato non torneranno più, ma lo spirito e la freschezza che si celava sotto alcuni eventi come le serenate potrebbero e dovrebbero riaffiorare lentamente.
Di Vincenzo Arnone