All’ampia produzione poetica di Giovanni Meli, eclettico intellettuale attivo a Palermo tra la fine del XVIII e l‘inizio del XIX secolo, è stata ed è tuttora dedicata molta attenzione; solo a partire dai primi anni del ’900 si è andata arricchendo l’indagine storica sulle sue attività di medico e di professore di Chimica. Medico lo divenne, riferiscono i suoi biografi, non per vocazione ma su spinta della madre, perché con la rendita futura potesse contribuire al magro bilancio familiare. Nei suoi studi di medicina ebbe ottimi maestri, Baldassare Fagiani (1713 – 1763), Stefano Pizzoli (1717 – 1797) e Giovanni Gianconti (? - 1800), dai quali fu molto apprezzato. Ottenuta la licenza per l’esercizio della professione, fu medico condotto a Cinisi, per quasi sei anni, e poi esercitò la professione di medico per il resto della sua vita - fu anche medico ordinario del Presidente del Regno - apprezzato da tutta la società palermitana, dalla nobiltà ai poveri, ai diseredati ai quali dava assistenza gratuita. A Cinisi scrisse anche di filosofia, mantenendosi nella corrente di pensiero nord-europea, basata sulla concezione meccanicistica dei corpi viventi, interpretando il flusso vitale secondo la proto-termodinamica flogistica diffusa in tutta Europa fino all’ultimo quarto del XVIII secolo.
Nel 1787, resosi vacante un posto di lettore di Chimica della Facoltà di Medicina della Reale Accademia degli Studii di Palermo, fu chiamato a ricoprirlo; quando, nel 1806, l’Accademia venne promossa a Regia Università, fu nominato Professore, titolo che mantenne fino alla morte. Inevitabilmente, in Meli l’esercizio della professione medica e l’insegnamento della Chimica – per alcuni anni di Chimica e Farmaceutica – non potevano restare separati: dalle pagine del manoscritto Elementi di Chimica, che contiene i testi delle lezioni del suo corso, traspare quanto le competenze di Medicina, Chimica e Botanica si intrecciassero tra loro. Per secoli la Medicina aveva utilizzato i semplici (sostanze singole ricavabili in Natura, soprattutto di origine vegetale) come basi per confezionare farmaci, mediante operazioni di riscaldamento o raffreddamento, di estrazione o cristallizzazione, di distillazione o di sublimazione, che la scienza chimica aveva assorbito all’interno delle sue competenze, senza perdere di vista le finalità terapeutiche dei relativi prodotti. Nelle sue lezioni di Chimica, Meli non dimenticò di citare quest’aspetto, che apprendeva dalla letteratura del suo tempo, basata sulla teoria del flogisto fino alla pubblicazione dei risultati sperimentali e delle riflessioni elaborate da Antoine Laurent Lavoisier (1743 – 1794).
...